Dal 29 luglio al 3 agosto 2025, un gruppo di 20 ragazzi di Altivole, Caselle e San Vito ha preso parte al Giubileo dei Giovani a Roma, un’esperienza intensa e indimenticabile che ha riunito ragazzi e ragazze da ogni parte del mondo e coronata da un unico messaggio, quello della “speranza”.
Come racconta Simone, ciò che ha colpito fin da subito è stata l’energia che si respirava: un’energia che nasceva dall’incontro di giovani provenienti da culture e da Paesi diversi, ma uniti dalla stessa fede verso Dio. “Ricordo ancora l’emozione che ho provato quando siamo arrivati in Piazza San Pietro per la messa: un’emozione incomparabile, di grande gioia e spensieratezza nel vedere tutta quella pace!”
Aurora ci descrive il Giubileo con una parola: “giovani”. “Troppe volte sentiamo dire che la Chiesa non interessa più alle nuove generazioni – scrive – ma questi giorni hanno raccontato tutt’altro: volti, cuori e passi pieni di entusiasmo, un’energia travolgente, una forza collettiva che non può essere ignorata. È stata una manifestazione concreta di speranza, quella che nasce quando ci si incontra, ci si riconosce e si sceglie di credere e costruire insieme qualcosa di grande”.
Leonardo invece ammette che all’inizio non era del tutto convinto di partecipare. “Ora posso dire che in così pochi giorni non mi era mai capitato di vivere così tante esperienze, fare nuove amicizie e scoprire cose che non sapevo, anche su persone che conoscevo da sempre. Non avrei mai pensato che tanti giovani potessero rispondere così numerosi e rumorosi alla chiamata del Papa.” Credo fermamente che nella situazione mondiale attuale ci si trovi spesso a fare i conti con la paura, con l’incertezza e non sicuramente con la speranza. Ma come ci dice poi Leonardo abbiamo capito che la speranza per un mondo di pace parte proprio da noi, dai giovani che credono in Dio, nella Pace e che hanno speranza.
Teresa sottolinea come sia difficile riassumere in una parola ciò che ha vissuto e ci da un visione più concreta di quello che vuole anche essere il messaggio del Giubileo: “troppo spesso perdiamo la motivazione e la speranza nel servizio che svolgiamo nelle nostre parrocchie, come ci ha detto durante l’Omelia il Cardinale Zuppi. Ma a Roma ho percepito una forza e una speranza manifestata in canti, balli, sorrisi, preghiere e risate. Ho riscoperto con questa esperienza e con il gruppo la bellezza dello stare insieme, l’importanza dei piccoli gesti e la consapevolezza che noi giovani siamo davvero la speranza di cui il mondo ha bisogno”.
Per Filippo, il Giubileo ha dato risposta a una domanda che si portava dentro: “cosa significa speranza?”.
“Ora posso dire che la speranza è il motore della vita: ci spinge a sognare in grande, a desiderare, a progredire e a guardare al futuro con coraggio. È un dono di Dio che dobbiamo custodire.”
Aggiunge poi che nei giorni di pellegrinaggio il vero motore è stato il gruppo: ogni persona, con il proprio modo di essere, ha reso speciale questa esperienza, fatta tante risate, chiacchiere ma anche di momenti seri che ci hanno formato come educatori, come volontari ma soprattutto come credenti.
Camilla, infine, ricorda l’esperienza come un vero e proprio pellegrinaggio, fatto di passi fisici e spirituali: “Abbiamo camminato alla ricerca di Dio e del Suo Amore, circondati dalla bellezza di Roma e dalla potenza di una Chiesa davvero universale. Abbiamo respirato Speranza e ne siamo diventati portatori, come ci ha ricordato il Vescovo Michele: una speranza ancorata nell’Amore di Dio, che illumina la vita e ci rende protagonisti di bene. Il Giubileo per noi è stato Vita, Speranza, Gioia, Amore. Ci ha cambiati, arricchiti e caricati, e ci ha fatto tornare a casa un po’ diversi da come eravamo partiti”.
Sei giorni, venti ragazzi, migliaia di volti, una sola fede: il Giubileo dei Giovani ci ha dimostrato che la speranza e la fede ora sono più forti che mai. La speranza è una scelta quotidiana che si costruisce insieme e noi lo abbiamo fatto a Roma.






